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LAGHICELLO E IL TRITONE

A circa 1000 metri d’altezza, protetto da un fitto bosco di faggi, si trova un laghetto, che dà il nome a tutta la zona, Laghicello, nelle cui acque vive un animale di origine preistorica, il tritone alpestre, (Triturus alpestris inexpectatus) un anfibio presente in Europa centrale e in Italia soltanto nell’Arco alpino e sull’Appennino ligure e toscano.

 

 IN GIRO NEL TERRITORIO

A San Benedetto Ullano e nelle immediate vicinanze, tante sono le cose da vedere: palazzo Bisciglia sede della biblioteca comunale e dove si possono ammirare vestiti tradizionali, strumenti di lavoro artigianale e mostre fotografiche; la chiesa Madre di San Benedetto Abate che custodisce un grande mosaico del Cristo Pantòkrator (Onnipotente), una preziosa iconostasi in legno, tre lapidi del XVIII secolo, due busti marmorei ed un’urna cineraria di inestimabile valore, risalente ad epoca romana, sotto l’impero di Marco Aurelio; la chiesa della Madonna del Buon Consiglio (cappella gentilizia dei Rodotà De’ Coronei) detta anche Madonna degli Albanesi, affidata nel 1967 alle suore dell’ordine Piccole Operaie dei SS. Cuori, dove vi si conserva una statua lignea e le spoglie di San Clemente Martire; la chiesa di San Rocco, del Settecento, recentemente riconsacrata; la chiesa di San Giuseppe situata a Marri e la chiesa del Santissimo Salvatore nella frazione Piano dei Rossi, con, all’interno, un fonte battesimale ricavato da un ceppo unico di ciliegio. Girando per le vie del paese si trovano portali settecenteschi con stemmi e archi che caratterizzano le gjitonie. Inoltre si trova il museo diffuso “Le Porte Narranti”, che è un progetto comunale per la tutela del patrimonio identitario, la salvaguardia del centro storico e lo sviluppo turistico. Il museo è ubicato all’aperto, nel nucleo più antico del borgo e della frazione Marri ed è costituito da vecchie porte dipinte da artisti di rilievo. Ogni porta riproduce, con lo stile e la pittura di ogni artista, un tema diverso, che fa parte della storia e della cultura di questo paese. Accanto ad ogni porta è apposto un pannello con la spiegazione del dipinto e dell’episodio raffigurato. Storici gli antichi mulini in contrada San Giovanni, nel rione Croce e a Marri e un frantoio oleario, di proprietà privata ma perfettamente funzionante, con le macine in pietra. Tra le ricchezze di San Benedetto Ullano, un posto rilevante spetta anche all’ambiente montano che lo accoglie.

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LA GASTRONOMIA

tipici dolci nuziali e pasquali sono i nxhineta, biscotti dolci di forma circolare avvolti in una glassa di zucchero, mentre dolci natalizi sono skallìle e turdìle (dolci fritti ricoperti di miele di fichi e di api), kasatèle (tradizionalmente ripiene di castagne bollite, miele di fichi, noci e aromi vari), pètulla (ciambelle salate) e le particolarissime animibjàtet, frittelle leggere e spugnose all’aroma di cannella. Dolci tipicamente pasquali sono, invece, viskòtet (biscotti salati) e tùrdat, di pasta salata ripieni di ricotta, uova e salame. La forma del pane assume un valore simbolico a Natale, a Pasqua e durante la festività di San Rocco, dando origine perciò a denominazioni particolari, rispettivamente natallìzet, kulèçet (con due estremità rotonde unite tra loro) e Papòçullat. Due pietanze sono particolarmente rappresentative del legame che persiste fra le tradizioni popolari e il calendario liturgico: tumàc me qìqera (tagliatelle con i ceci), preparate il giorno della commemorazione dei defunti albanesi, nove giorni prima dell’inizio della Quaresima, e la kuçìa un piatto di tredici legumi bolliti insieme, conditi con olio d’oliva o, in alternativa, con miele di fichi, in onore di Santa Lucia, il 13 dicembre. 

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cuccìa
scalille
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